ALLA RICERCA DI SPOCK
CAST
TECNICO ARTISTICO
Regia: Leonard Nimoy
Sceneggiatura: Harve Bennett
Fotografia: Charles
Correll, A.S.C.
Musica: James Horner
Montaggio: Robert F. Shugrue
Prodotto da: Harve Bennett
(USA, 1984)
Durata: 100'
Distribuzione cinematografica:
U.I.P.
PERSONAGGI E INTERPRETI
James T. Kirk:
William Shatner
Spock: Leonard Nimoy
Dr. McCoy: DeForest Kelley
Hura: Nichelle Nichols
Pavel Checov: Walter Koenig
Scott: James Doohan
Hikaru Sulu: George Takei
Sarek: Mark Lenard
David: Merritt Butrick
Tenente Saavik: Robin Curtis
Kruge: Christopher Lloyd
Spock non è morto: il suo spirito è stato trasferito
nella mente del Dr. McCoy attraverso la procedura vulcaniana della
"fusione mentale" (ricordate? Era alla fine del secondo film),
mentre il suo corpo si sta lentamente rigenerando a causa
dell'effetto Genesis.
L'incredibile potenza liberata sul pianeta in cui si trova il
feretro di Spock, capace di creare la vita dal nulla, ha infatti
agito anche sui tessuti del vulcaniano, generando una forma vivente
priva di coscienza e ricordi (a ciò provvederà il buon Dottor
McCoy) che cresce e si sviluppa ad una velocità incredibile. Come è
lecito aspettarsi nessuno crede al Capitano Kirk, tranne il suo
fedele equipaggio che, rischiando tutto, lo aiuta a rubare
l'Enterprise per andare "alla ricerca di Spock". Anche i
Klingoniani, capeggiati dal perfido Kruge (un inedito Christopher
Lloyd) sono interessati a raggiungere il pianeta ma, ovviamente,
per scopi diversi. Vogliono impadronirsi del progetto Genesis e,
per farlo, sono disposti a compiere qualsiasi azione, anche ad
uccidere barbaramente David, il ritrovato figlio del Capitano Kirk.
Questo inevitabile sequel de "L'ira di Khan" è specificatamente
dedicato ai Trekkers più accaniti. In esso, infatti, si danno per
scontate molte cose (come la natura e la filosofia di vita dei
Vulcaniani) di cui solo un attento conoscitore della serie può
essere a conoscenza. Non solo: in ogni punto del film si ha la
spiacevole sensazione di assistere ad un'opera di raccordo,
eccessivamente prevedibile e divulgativa, che ha il solo scopo di
fornire lo spunto per successive e più articolate
avventure.
Non mancano,
in ogni caso, alcuni momenti memorabili, come la già citata
uccisione del figlio di Kirk (che giustificherà, nei capitoli
futuri, l'odio profondo del Capitano verso il popolo Klingon) o la
drammatica scena in cui il capitano in persona, per salvare il suo
equipaggio, distrugge la mitica Enterprise ormai invasa dai
Klingoniani (e, osservando attonito l'esplosione, mormora
dolorosamente "...mio Dio, che cosa ho fatto!"). "Alla ricerca di
Spock" presenta anche un'altra particolarità: per la prima volta
nell'universo Trek, si fa riferimento al sesso in maniera
esplicita, senza le edulcorazioni dovute alla ristrettezza morale
della programmazione televisiva. Stiamo parlando della scena in cui
il neo-nato Spock, giunto rapidamente all'età dell'adolescenza,
manifesta irrefrenabili desideri sessuali, subito sopiti dal
provvidenziale intervento della dottoressa Saavik (anch'essa di
Vulcan, interpretata da una affascinante Robin
Curtis) la quale ci spiegherà innanzi come tale stato sia
normale nei giovani Vulcaniani, prima che imparino a controllare e
dominare le proprie emozioni. Leonard Nimoy
esordisce alla regia e, ci si perdoni la battuta, le sue scelte
come autore sembrano essere dettate da una "logica" troppo ferrea,
in cui tutto deve aver il suo esatto corrispettivo, anche a costo
di dilungarsi ed annoiare la platea; avrà mano più felice con il
successivo film, "Rotta Verso la Terra", quarto capitolo della saga
cinematografica dedicata a Star Trek.
Luigi De Angelis
www.fantahorror.com